Alpe Solcio e monte Cistella
Solcio è un grosso alpeggio che si trova ai piedi di un vallone incassato e solitario.
Il toponimo descrive il luogo: dal latino “sulcus” e dal dialetto “solch” col significato di solco, una profonda ruga nella montagna che si perde in alto nelle pietraie del Cistella, una delle montagne più belle dell’Ossola, celebrata da poeti e scrittori. Tra gli anni 1920/30, veniva edificata dalla Ditta Peduzzi la costruzione in cui avrebbe dovuto svilupparsi l’Albergo Cistella, che divenne, nel 1947 il rifugio “Domus Nostra”, acquistato dalla sezione del Cai di Gallarate e in seguito intitolato a Pietro Crosta, ex presidente della sezione e fautore dell’acquisto. Il rifugio e l'alpe sono punto di riferimento e interessante meta per scialpinisti e ciaspolatori durante l’inverno e base per escursioni al Monte Cistella (2880 m) e al Pizzo Diei (2906 m), oltre ai trekking verso i Parchi Veglia e Devero, d’estate.
Il monte Cistella è una montagna affascinante, giustamente considerata come una delle più belle cime dell’Ossola. Sita al centro delle Alpi Lepontine, si staglia dominatrice con il suo altopiano dall’armoniosa forma.
Il Cistella è ricco di storia e soprattutto di leggende arcane e misteriose. Le streghe del Cistella sono ricordo ancora impresso nella memoria degli ossolani, al sibilo della baiorda le si poteva scorgere roteare e si potevano udire le loro litanie funeste. L’altopiano era considerato con terrore il gran salone da ballo di messer Diavolo… povero il malcapitato che al calar del sole avesse a trovarsi in quei luoghi!
Non esistono notizie sui primi salitori, ma dalla seconda metà dell’ottocento la montagna fu esplorata da alpinisti e geologi alla ricerca di minerali. Fu verso la fine del secolo che, per forte volere e coraggiosa iniziativa del poeta dialettale Giovanni Leoni, allora presidente del Cai ossolano, fu costruito lo storico rifugio sotto la vetta, inaugurato nel 1901.
Il rifugio è tuttora funzionante, incustodito ma sempre aperto.
La salita al monte Cistella è una meta ambita dagli escursionisti, sia per il vasto panorama a 360°, sia per l’accesso, un po’ faticoso, ma su bei sentieri segnalati e agevoli. E poi, a ripagare della fatica, dalla vetta…tutto sarà ai vostri piedi…potrete ammirare il mondo dall’alto. Dal monte Rosa e la sua capanna Margherita ai 4000 della svizzera, dal vicino anfiteatro del Monte Leone alle vette Lepontine, per poi spaziare dal Monviso all’Adamello passando dai laghi e dall’ immensa pianura a perdita d’occhio…
Accessi appaganti e contemplativi si sviluppano dal Vallone di Solcio e da Foppiano, con possibilità di un percorso ad anello.